GERMANIA 2005
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ll 17 febbraio del 1943, quando il governo tedesco dichiarò caduta e perduta Stalingrado, un gruppo di studenti dell’università di Monaco si convinse che la fine della guerra fosse ormai prossima. Otto mesi di bombardamenti continuativi e le numerose perdite di soldati sul fronte orientale accrebbero l’ottimismo e l’euforia del movimento di resistenza studentesco de La Rosa Bianca. I tempi e il popolo tedesco erano maturi per il loro sesto volantino rivoluzionario. Furono i fratelli Scholl, Hans e Sophie, a offrirsi volontari e a immolarsi, ignari, per la causa. Quella mattina di febbraio centinaia di volantini di denuncia contro i crimini nazisti vennero disseminati lungo i corridoi degli atenei. Un gesto azzardato che divenne il loro punto di non ritorno: sorpresi da un sorvegliante, furono interrogati dalla Gestapo, processati dalla Corte Popolare di Giustizia e condannati alla ghigliottina in soli cinque giorni.
“… Erano quattro gatti, ingenui e disarmati, agirono senza fanfare, senza bandiere, senza la consolazione di una classe, di un partito, di un’ideologia. Rispondevano unicamente alla loro coscienza. Completamente isolati da una schiacciante maggioranza, aggressiva o silenziosa. Facile celebrarli col senno di poi, ma quei giovani infrangevano la legge – facile dire dopo che era una legge criminosa – che era allora la legge dello stato tedesco. E di fronte alla legge il loro pacifismo equivaleva a tradimento. Un coraggio da leoni, pagato con la condanna a morte…” (Paolo D’Agostini, La Repubblica, 28 ottobre 2005)