Australia, Usa, 2017.
131 minuti.
L’attacco alla base americana di Pearl Harbor apre un nuovo fronte delle ostilità in Giappone. Desmond Doss, cresciuto sulle montagne della Virginia e in una famiglia vessata da un padre alcolizzato, decide di arruolarsi e di servire il suo Paese. Ma Desmond non è come gli altri. Cristiano avventista e obiettore di coscienza, il ragazzo rifiuta di impugnare il fucile e uccidere un uomo. Fosse anche nemico. In un mondo dilaniato dalla guerra, Desmond ha deciso di rimettere assieme i pezzi. Arruolato come soccorritore medico e spedito sull’isola di Okinawa combatterà contro l’esercito nipponico, contro il pregiudizio dei compagni e contro i fantasmi di dentro che urlano più forte nel clangore della battaglia.
“La storia, vera, è quella di Desmond Doss, soldato americano che partecipò come volontario alla guerra nel Pacifico, ma rifiutandosi risolutamente di imbracciare un fucile. Deciso a osservare il giuramento di non violenza, il giovane avventista del Settimo Giorno fu tacciato di viltà, malmenato dai commilitoni, perseguitato dalle gerarchie militari senza mai cedere. Alla fine partecipò alla battaglia di Okinawa come ausiliario nella sanità, armato solo della propria fede e riuscendo, da solo, a salvare dozzine di feriti durante la presa della scogliera di Maeda. Impresa per cui l’eroico obiettore di coscienza fu decorato con la Medaglia d’onore. […] La direzione di Gibson (candidata all’Oscar, come il regista, il montaggio visivo e quello sonoro) è ammirevole per come sa immergerti in inquadrature e piani-sequenza mozzafiato; roba da far seria concorrenza allo Steven Spielberg di Salvate il soldato Ryan. […] L’intenzione è di raccontare una lotta contro le forze del male combattuta in nome del pacifismo e dell’orrore per le guerre, che spogliano dell’umanità i combattenti trasformandoli in belve.”
(Roberto Nepoti, La Repubblica, 2 febbraio 2017)
“Togliere la vita a un altro uomo è il peggior peccato agli occhi di Dio. Lo dice la mamma al piccolo Desmond, figlio che ha appena rischiato di uccidere il fratellino durante una rissa. Desmond Doss (Andrew Garfield) cresce con un unico obiettivo: non uccidere. Si arruolerà come medico durante la Seconda Guerra mondiale, rifiutandosi di sparare. […]” (di Francesco Alò, Il Messaggero, 2 febbraio 2017)