La libertà individuale basta a garantire l’effettiva partecipazione di tutti i cittadini alle decisioni collettive a livello di città, regione o stato?
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, dice l’art. 1 della Costituzione. È necessario introdurre regole di partecipazione capaci di rendere trasparente e quindi verificabile l’attività politica?
Attualmente le “forme” della partecipazione politica sono all’altezza del compito costituzionale?
L’art. 49 recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.”
Come viene tradotto questo principio nella realtà? Come viene interpretato e come sarebbe meglio interpretare quel “liberamente”?
Gherardo Colombo ne parla con Giuseppe Polistena, che ha approfondito questi temi per 40 anni.
Modera l’incontro Peter Gomez.