Italia, 1989
102 minuti
“Mery per sempre” di Marco Risi punta l’obiettivo sulla realtà giovanile siciliana che si trova a dover a fare i conti con una dilagante omertà e un’assenza di lavoro, che porta i ragazzi a delinquere e a mettersi nei guai, con uno società e uno Stato quasi assente nel loro ruolo di educatori morali e di coscienza.
Risi dipinge una Palermo spogliata di tutto e degradante, persino troppo, un pessimismo di fondo che accompagna la narrazione delle varie vicende di questi ragazzi costretti per motivi diversi a dover convivere all’interno del carcere Malaspina del capoluogo siciliano. Un luogo poco accogliente a giudicare dagli interni nonché dalla violenza a tratti smisurata delle guardie carcerarie.
La critica ha parlato di neorealismo per sottolineare certi canoni stilistici ed espressivi che si rifanno al neorealismo italiano degli anni ’40.
Tra le peculiarità della pellicola bisogna ricordare l’uso del dialetto siciliano accostato all’italiano, che dà quel tocco di folklore tutto particolare con il suo slang caratteristico, nonché ad eccezione dell’interni carcerari le ambientazione autentiche dei luoghi del film.
Da ricordare inoltre che non abbiamo di fronte attori professionisti, mai ragazzi sono stati presi dalla strada e provenienti da situazioni non facili […] .Questi vengono affiancati due attori affermati tra cui Claudio Amendola e Michele Placido, ottimo e da applausi nel ruolo di un professore venuto dal Nord, che nonostante la sua qualifica si accontenta di insegnare all’interno del carcere e che i ragazzi vedranno all’inizio con ostilità per il solo fatto di rappresentare lo Stato e la legge. Nonostante questo col tempo il vento in parte cambierà, e il docente che rappresenta la voglia di cambiamento e di democrazia, con le sue particolari lezioni riuscirà almeno in parte e con fatica a far ragionare i ragazzi. Sebbene probabilmente sarà difficile tornare indietro e liberarsi da una cultura sub-mafiosa che ormai ne condiziona pensieri e azioni e ne pervade l’animo.
Come dimostra l’immagine finale piena densa di significato, nonostante il destino avverso, nonostante le sofferenze, qualcosa ancora si può fare, nulla ancora è compromesso […].
recensione tratta da DeBaser.it